Tumore triplo negativo

Tumore del seno triplo negativo

Il tumore del seno triplo negativo rappresenta circa il 15-20% di tutti i carcinomi mammari con una maggiore incidenza nelle donne di età inferiore ai 50 anni.

Cosa vuol dire tumore del seno triplo negativo

Il tumore al seno triplo negativo è la forma di carcinoma mammario più difficile da trattare.

Questo è dovuto all’assenza di tre precisi bersagli molecolari contro i quali esistono trattamenti farmacologici mirati, ovvero i recettori degli estrogeni, i recettori del progesterone e i recettori che producono la proteina HER2.

Di conseguenza, il tumore triplo negativo non è sensibile ai trattamenti farmacologici mirati come la terapia ormonale e la terapia a bersaglio molecolare con Trastuzumab.

Cosa vuol dire tumore del seno Triplo negativo

Tipologie

I tumori tripli negativi costituiscono a loro volta un gruppo eterogeneo di tumori al seno.

Generalmente si tratta di tumori poco differenziati, ma possono avere caratteristiche istologiche specifiche (midollare, adenoido-cistico, secretorio, metaplastico) che influenzano il decorso clinico della malattia.

Sintomi

I sintomi del carcinoma mammario triplo negativo non differiscono dagli altri tumori al seno, tuttavia data la rapidità di crescita è possibile che il tumore si manifesti con un nodulo palpabile, anche nell’intervallo tra due mammografie di controllo.

Per questo motivo, in presenza di disturbi alla mammella è opportuno rivolgersi quanto prima al proprio senologo di fiducia.

Diagnosi del tumore del seno triplo negativo

La diagnosi di tumore al seno triplo negativo richiede l’esecuzione di una serie di indagini strumentali, come la visita senologica e la mammografia o la tomosintesi mammaria.

In caso di dubbio è possibile integrare il percorso con altri esami di imaging come l’ecografia mammaria o la risonanza magnetica mammaria.

Successivamente, per confermare se la lesione è un cancro alla mammella e classificare l’istotipo tumorale è necessario effettuare un esame istologico, che consiste nell’analisi al microscopio di un piccolo campione di tessuto mammario prelevato tramite biopsia.

Una volta confermato che si tratta di un carcinoma della mammella, le cellule tumorali vengono testate per ricercare la presenza di determinate proteine.

Se le cellule non hanno sulla superficie recettori per gli estrogeni o il progesterone e non esprimono la proteina o il gene HER2, il tumore viene classificato come carcinoma mammario triplo negativo.

Non dimenticare l’importanza della diagnosi precoce

La diagnosi precoce consente di scoprire il cancro al seno nella fase iniziale, quando è possibile intervenire con la massima efficacia e con trattamenti meno invasivi.

Stadiazione e grado di aggressività

I tumori al seno tripli negativi sono generalmente aggressivi che possono presentarsi in uno stadio avanzato e di alto grado fin dalla diagnosi.   

La stadiazione risulta uno dei criteri più importanti per definire la prognosi e la terapia di un tumore.

Consiste nella classificazione dell’estensione del tumore sulla base di 3 parametri (TNM): le dimensioni del tumore originale (T), il coinvolgimento dei linfonodi (N) e la presenza di metastasi (M).

In base al valore attribuito a questi 3 parametri si classifica poi il tumore in uno stadio che varia da I a IV.

stadi del tumore al seno immagine

Il grado di invasività o aggressività del tumore al seno si valuta con l’esame istologico in base a diverse caratteristiche come la differenziazione delle cellule tumorali rispetto a quelle sane, il loro grado di maturazione, il tasso di proliferazione e altri elementi come l’entità di necrosi tumorale.

Il grading tumorale può assumere un valore da G1 (basso grado) a G3 (alto grado) e consente di stablire il tipo di trattamento più adeguato per la paziente.

Grado di aggressività del tumore al seno

Gli esami per valutare stadiazione e grading tumorale

La mammografia o altri esami di imaging consentono di valutare l’estensione locale del tumore, mentre l’esame istologico dà informazioni relative all’istotipo tumorale, al grado di aggressività e di infiltrazione del tessuto.

L’esame del linfonodo sentinella (linfoscintigrafia) ed eventualmente di altri linfonodi ascellari viene utilizzato per valutare il parametro N (invasione linfonodale).

La presenza di metastasi può essere evidenziata da esami di imaging specifici come la TC, la RM mammaria o la scintigrafia ossea, sulla base del sospetto clinico.

Prognosi

Il carcinoma mammario triplo negativo tende ad avere una prognosi peggiore rispetto al carcinoma duttale invasivo, che rappresenta il tipo più comune di tumore al seno.

Il tumore del seno triplo negativo tende a crescere e a diffondersi più rapidamente, può generare metastasi quando ancora è di piccole dimensioni e ha meno opzioni di trattamento rispetto agli altri tumori al seno.

Occorre tuttavia considerare che i tripli negativi sono un gruppo eterogeneo di tumori ancora in fase di studio e alcuni di essi, come i carcinomi apocrini di grado I, hanno in genere una prognosi molto favorevole.

Terapia del tumore del seno triplo negativo

Il tumore del seno triplo negativo ha meno opzioni di cura rispetto ad altri tipi di carcinoma mammario in quanto non è suscettibile al trattamento ormonale e alla terapia target contro la proteina HER2. Per questo motivo il trattamento più utilizzato è la chemioterapia.

La chirurgia mammaria resta senza dubbio la base del trattamento. Come per tutti i tumori mammari, la rimozione della malattia può essere di tipo conservativo (quadrantectomia) oppure di tipo più invasivo, con la rimozione dell’intera ghiandola mammaria (mastectomia).

Inoltre, anche per questi tumori si procede in molti casi alla rimozione dei linfonodi ascellari, qualora i linfonodi sentinella, i primi a essere raggiunti dalle cellule tumorali, siano risultati positivi alla linfoscintigrafia.

Il trattamento chemioterapico può essere effettuato sia prima della chirurgia per ridurre un tumore di grosse dimensioni (chemioterapia neoadiuvante), sia dopo l’intervento per diminuire il rischio di recidiva (chemioterapia adiuvante). In alcuni casi è possibile associare anche un trattamento radioterapico.

Nei casi in cui il cancro si sia diffuso ad altre parti del corpo (stadio IV), la chirurgia mammaria non aiuta, per cui il trattamento si baserà sulla chemioterapia a base di platino, farmaci mirati come un inibitore di PARP (in caso di mutazione BRCA1 o 2) o l’immunoterapia associata alla chemioterapia.

La ricostruzione del seno dopo la mastectomia

Dopo l’asportazione del tumore, la ricostruzione del senoconsente di restituire alla donna il migliore aspetto estetico, sia con l’uso di protesi mammarie che con tessuto autologo (il tessuto della paziente stessa).

Per quanto riguarda il momento più adatto per intervenire, oggi si preferisce, quando possibile, effettuare la ricostruzione già nel corso dell’intervento, sia che si tratti di quadrantectomia che di mastectomia.

Esistono però casi in cui può essere più opportuno rimandare l’oncoplastica mammaria a un momento successivo. Ad esempio, se la donna dovrà sottoporsi a radioterapia, si tenderà ad aspettare la fine del trattamento per evitare che interferisca con la cicatrizzazione.

ricostruzione del seno dopo l'asportazione del tumore

Immunoterapia, una strategia per il tumore triplo negativo

In alcune donne con tumore del seno triplo negativo, l’immunoterapia rappresenta un’opzione terapeutica in più rispetto alla classica chemioterapia.

Pembrolizumab è un farmaco che blocca la proteina PD-L1, incentivando l’azione del sistema immunitario nei confronti delle cellule tumorali.

In caso di un carcinoma triplo negativo avanzato che esprime PD-L1 o in presenza di instabilità genetica delle cellule tumorali è possibile considerare Pembrolizumab come prima opzione.

Lo sviluppo di nuovi farmaci per il tumore triplo negativo

Al congresso ESMO Breast 2022 sono stati presentati dati preliminari su due proteine (LGALS2 e SLC22A17), che in futuro potrebbero diventare nuovi bersagli terapeutici per i tumori tripli negativi.

Nel primo studio è emerso che bloccando in vitro l’attività di LGALS2 con un opportuno anticorpo è stato possibile diminuire la crescita tumorale e migliorare la risposta immunitaria contro il tumore.

Il secondo studio invece ha riscontrato che la proteina SLC22A17 è fortemente espressa in queste cellule tumorali e silenziando il gene corrispondente si è vista una riduzione della crescita tumorale.

Tumore del seno triplo negativo e aspettativa di vita

Il carcinoma mammario triplo negativo è considerato un tumore aggressivo perché cresce rapidamente, è più probabile che si sia già diffuso al momento della diagnosi e che si ripresenti nuovamente dopo il trattamento, rispetto ad altri tumori al seno.

Gli studi fino al 2019 indicano una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per circa il 91% delle donne con malattia localizzata, del 65% con malattia diffusa localmente e del 12% con malattia metastatica.

Oggi le prospettive sono sempre migliori grazie all’avanzamento tecnologico e terapeutico, per cui ogni caso va discusso con il proprio oncologo di riferimento.

Recidive

In genere le recidive sono diagnosticate entro 5 anni dal trattamento ma trattandosi di un tumore aggressivo, possono comparire anche in seguito a mastectomia. Per questo risulta fondamentale eseguire un monitoraggio periodico (follow up) per identificare precocemente la ricomparsa del tumore.

FAQ – Le risposte alle domande delle donne

Perché il tumore del seno triplo negativo è difficile da curare?

Il carcinoma mammario triplo negativo è difficile da trattare perché non ha recettori per gli estrogeni o il progesterone e inoltre produce troppo poca o nessuna proteina HER2, per cui  la chemioterapia è la principale opzione di trattamento farmacologico.

Purtroppo, anche se inizialmente il tumore tende a rispondere bene alla terapia, le recidive sono più frequenti rispetto ad altri tumori.

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Autore: Dr. Marco Cantele

Bibliografia

Aysola K, Desai A, Welch C, Xu J, Qin Y, Reddy V, Matthews R, Owens C, Okoli J, Beech DJ, Piyathilake CJ, Reddy SP, Rao VN. Triple Negative Breast Cancer – An Overview. Hereditary Genet. 2013;2013(Suppl 2):001. doi: 10.4172/2161-1041.S2-001. PMID: 25285241; PMCID: PMC4181680.

Ultima modifica 23 Agosto 2023